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Paolo Manzelli - LRE/EGO-CreaNET
http://blu.chim.unifi.it/group/education/index.html
http://www.edscuola.it/lre.html

Cara Linda e caro Carlo ed amici in indirizzo,
a proposito della proposta di seminario CKGB, penso che un nostro contributo sia da sviluppare tenendo presente quanto abbiamo gia' indicato piu' volte e cioe' che il CERVELLO, nel processo attraverso cui si determina apprendimento, deve "Riorganizzare le sue funzioni" proprio al fine di adeguarsi a nuove metodologie di espressione quali quella dell'apprendimento collaborativo in rete interattiva.

Pertanto l'apprendimento di nuove metodologie di formazione in rete comporta una diversa relazionalita' necessaria per attuare una condivisione di conoscenze.

Quanto sopra innanzitutto necessita di favorire una nuova dimensionalita' spazio temporale, (come abbiamo osservato a piu' riprese : vedi : http://www.edscuola.it/lre.html), dimensione basata su una concettualita’ non piu' newtoniana di separazione tra spazio e tempo, che -una volta appresa- tende a modificare gradualmente le funzioni cerebrali abituate a rispondere nel quadro di processi di elaborazione delle conoscenze trasizionalmente basati su un rapporto relazioni localizzate la’ dove il modello concettuale newtoniano ha una sua parvenza di realta'.

Pertanto il processo di apprendimento collaborativo in rete e' assai complesso e non puo' essere concepito con semplicita' come un trasferimento di modalita' di apprendimento dalle dimensione in presenza alla dimensione delocalizzata in rete, proprio in quanto tale passaggio non puo' definirsi in guisa di un processo costruttivo lineare, cioe’ di un semplice trasferimento di conoscenze da un medium localizzato ad uno delocalizzato.

Una visione più autenticamente complessa dei processi di apprendimento collaborativo on line, dovra’ –pertanto* essere accompagnata da uno studio attento sui processi di riorganizzazione delle funzionalita’ cerebrali che generano un non facile ne' immediato adattamento cerebrale che di per se stesso e' limitato dall'ampiezza biologica della plasticita' cerebrale propria di ciascun individuo.

Lo sviluppo evolutivo di tali processi di trasformazione funzionale delle attivita’ di integrazione cerebrale della nuova relazione uomo-computer-rete, e' indubbiamente piu' facile nel bambino, perche' predisposto ad un'ampia flessibilita’ biologica del cervello, che e' facilmente comprensibile dato che sappiamo come qualsiasi fanciullo possa imparare un linguaggio senza perseguire un sistema di apprendimento sequenziale di tipo costruttivo basato su pregresse conoscenze linguistiche.

Concludo questa nota dicendo che cio’ che dovremo capire e studiare e' di fatto "la dinamica evolutiva dell’intelligenza umana" la quale tramite l'utilizzazione cognitiva delle reti condurra' ad un effettivo sviluppo delle societa' dell'economia della conoscenza condivisa.

Cio', operativamente, e' quanto stiamo gia' facendo nel dare sviluppo al progetto EUROPEO MENTAL CHANGE. http://www.edscuola.it/archivio/lre/mental/index.html

Vi invio un caro saluto:

Paolo Manzelli Firenze 07/OTT/2003

* * *

Faccio seguito a quanto vi ho scritto ieri in proposito del seminario on line GKGB (Cooperative Knowledge Building Group) su l’apprendimento collaborativo in rete sottolineando il fatto relativo alla consuetudine volta a considerare il mondo esterno ed i suoi avvenimenti senza considerare quanto avviene nel sistema cerebrale di ricostruzione mentale degli eventi e delle loro significazioni.

Tale atteggiamento e’ sostanzialmente causato dall'atavica abitudine a considerare preferibilmente un ambiente spazio-temporale circostante fisicamente limitato e comunque non percepibile oltre le nostre capacita’ visive.

Aumentando in rete la velocita’ di connessione, la dimensione spazio­temporale di riferimento cambia sia per estensione della comunicabilita’ che per rapidita’ di interazione.

Tale nuova dimensionalità usualmente la chiamiamo “virtuale” dato che ne percepiamo l’esistenza reale che oltrepassa le nostre dirette capacita’ percettive.

La rinnovata condizione di apprendimento in un contesto “Virtuale” cosi’ diverso dal limitato ambiente di portata locale determina la necessita’ di una variazione fondamentale dei sistemi di apprendimento, studiati in modo tale da favorire il necessario cambiamento delle funzioni di integrazione cerebrale tramite le quali il cervello ricostruisce l’ambiente e le relazioni cognitive funzionali ad una nuova dimensionalita’ spazio-temporale piu’ propria delle rete.

Vedi ad es
DAL MONDO DEGLI ATOMI AL MONDO DEI BIT:
http://www.edscuola.it/lre.html

Cervello, creativita’, innovazione e rimozione dei pregiudizi cognitivi :
http://www.scuole.prato.it/gramsci-keynes/rivista/htm/mnz-crea.htm

Per facilitare la comprensione di cosa significhi modificare la portata dimensionale delle funzioni di integrazione cerebrale di cui potremo discutere in seguito, ritengo utile formulare una semplice analogia che possa essere da aiuto ad una successiva piu’ profonda comprensione dello sviluppo cerebrale visto in relazione al tema della condivisione di conoscenze attuabile mediante una sistema di apprendimento collaborativo in rete.

E’ facile –infatti- comprendere come cambiando le condizioni ambientali e muovendoci a velocita’ elevate come in una gara delle Auto di Formula 1 sia necessario cambiare le gomme. Le auto da corsa hanno almeno tre gommature differenti per pista asciutta, bagnata, ed intermedia. Quando si modificano le condizioni ambientali la presa sul terreno delle gomme (in gergo “GRIP”) cambia drasticamente perche’ perde aderenza e –pertanto- i piloti debbono sostituire in fretta il treno di gomme per non volare fuori pista.

Indubbiamente non abbiamo bisogno di cambiare le gomme delle nostre auto appena pioviscola poiche’ le Auto di F1 viaggiano a velocita’ che sono il limite tra lo stare per strada ed il volare, pertanto l’ambiente spazio temporale relativo all’attrito necessita di un tempestivo cambio delle qualita’ delle gomme.

Come tutte le forme analogiche di ragionamento esse calzano intuitivamente ma non vanno estrapolate, comunque l’analogia in questione stante l’enorme differenza tra le gomme ed il cervello, e’ possibile permetta di concepire l’esigenza di una diversa “GRIP” di adattamento tra i processi di integrazione cerebrale relativi ad uno spazio-tempo a dimensione locale ed uno a dimensione delocalizzata come e’ quello di un ambiente “Virtuale” di apprendimento collaborativo on line.

Il salto di qualita’ risiede fondamentalmente nello sviluppo differenziato dei processi di integrazione cerebrale che contestualizzano le differenti condizioni spazio/temporali di riferimento, che -nel caso dell’apprendimento collaborativo- consistono nell’interpretare e ricostruire immagini e significati di una attivita’ relazionale attuata in presenza ed a distanza.

Rimanere inconsapevoli di tale nuova dimensione dello sviluppo cerebrale costituisce oggi un danno epocale nella salute mentale dei giovani, in quanto se vengono demotivati e quindi deprivati dalla capacita’ di acquisire la nuova dimensione spazio-temporale di riferimento alle relazioni di condivisione di conoscenza in rete, sono costretti a esercitare una ridotta integrazione cerebrale determinando nelle attivita’ mentali una assenza o riduzione dei gioco immaginativo e sociale che li induce a ridurre la loro capacita’ di ampliare le relazioni di livello internazionale. Ciò porta, quindi, a diminuire l’abilita’ nell'apprendimento linguistico e delle lingue straniere che permette loro di sostenere una conversazione scritta o parlata con altri, tutto cio' proprio in quanto rimanendo nell’ambito di una visione localizzata delle relazioni con gli altri vengono indotti a ricondurre il linguaggio verbale ad espressioni stereotipate ripetitive, fatto di messaggi routinanti o rituali ridotti ai minimi termini come i refrain musicali ed inoltre a rimanere in un ambito ristretto di interessi ed avere ad esempio una eccessiva attenzione per i dettagli alla moda del vestiario e degli oggetti della vita quotidiana.

Penso pertanto che tutto cio’ induca a riflettere seriamente quanti si vorranno accingere ad aprire una seria discussione nonche' una indagine di ricerca sulle nuove modalita’ di apprendimento collaborativo impostata a partire da una cornice teorica di riferimento che sappia prendere in perspicace considerazione i processi cerebrali di integrazione, quali reali elementi attraverso cui si crea apprendimento, in modo che possa essere stimolata e valorizzata la creativita’ naturale delle giovani generazioni.

PAOLO Manzelli
Firenze 08/Ott. 2003
 

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Immagine tratta da
http://www2.raisport.rai.it/news/sport/auto/199804/11/352f553902846/GOMME.JPG

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