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FOTOROMANZO

(Giuseppe Demoliti)

 

Interdisciplinarità, pluridisciplinarità, collegamenti tra discipline, tra materie, tra argomenti: quante volte abbiamo sentito e abusato di questi termini e quanti di noi si sono arrabattati sulla creazione di un progetto che comprendesse di due, tre quattro materie e relativi colleghi

insegnanti. A quel punto, partiva l'azione congiunta e coordinata e come una pattuglia di panzer, tutto ciò che nelle discipline coinvolte aveva a che fare con l'argomento preso di mira, veniva travolto dalla furia del progetto pluri - inter - multi ecc…; un po' come la vecchia storia che ancora oggi si racconta in certi corsi d'aggiornamento, di quella scuola dove si decise di trattare come argomento i felini e particolarmente "il gatto": lettere, scienze, ed. musicale, ed. artistica, ed. tecnica ed.fisica, tutti si avventarono sul povero animale, sezionandolo, ma non si è mai saputo con che risultati, anche se sono facilmente immaginabili.

Al di là della facile anedottica è vero però che la collaborazione tra insegnanti (di norma individualisti) dà un segnale di collaborazione a vari livelli forte, anche ai ragazzi: obbiettivi comuni, non necessariamente uniformità di vedute che però vengono discusse durante la lezione e danno alla classe anche un modello comportamentale preciso, specificità delle competenze (non tutti sanno fare tutto anche tra gli insegnanti). Per questi motivi, la necessità di un ambiente (laboratorio) integrato è sempre più sentita, anche perché credo si sia appurato che dopo una spesa iniziale di un certo rilievo per l'allestimento, i costi per la finalizzazione dei progetti risultano contenuti.

Le mie competenze, oltre quelle informatiche che mi permettono di galleggiare per ora nel mare magnum dell'elettronica, sono di tipo musicale. Insegno ed.musicale da 14 anni e la caratteristica che da sempre contraddistingue le mie lezioni è LA PRATICA STUMENTALE.

Suonare, suonare e ancora suonare, avvicinarsi a questo mondo nel modo più diretto e meno teorico possibile. Gli alunni già dalla prima media, ma ancora di più nelle due classi successive, si impadroniscono a sufficienza dello strumento musicale (flauto dolce) e sono in grado di eseguire molti brani di differente difficoltà e genere diverso.

Con l'ausilio di un software musicale, essi scrivono sull'elaboratore anche i brani (solo alcuni per motivi di tempo) che poi suoneremo.

Ed ecco perché tornando al laboratorio integrato vedrei bene un progetto tra l'insegnante di

lettere e di ed.musicale, con l'eventuale ausilio di un collega con conoscenze informatiche.

Quello che ho in mente è una specie di fotoromanzo elettronico intitolato "Processo a Salieri",

un testo che è stato preparato appositamente per le scuole e prendendo spunto dal film

"Amadeus", intenta una sorta di causa penale contro Salieri e ilMozart, reo di aver vissuto in

modo troppo dissoluto la sua breve vita.

Parlo di fotoromanzo elettronico per due motivi:

  1. Quanti insegnanti hanno le "vere" competenze per non trasformare una drammatizzazione in una "farsa" mortificante per chi recita e chi guarda?
  2. Parliamo di un progetto dai costi contenuti e da svolgere nel laboratorio integrato, senza dover impiegare la gran parte del tempo a realizzare scene e costumi con perfezione assoluta e i ragazzi non saranno obbligati ad imparare il copione a memoria, ne' si pretenderà da loro uno stile recitativo da "Actor's Studios" potendo così concentrarsi sull'espressività nella recitazione.

Compito dell'insegnante di lettere sarà quindi quello di potenziare la lettura espressiva del testo ed individuare gli alunni più idonei per i vari personaggi (12).

Le scenografie ed i costumi non sono un problema grave poiché l'ambientazione è l'aula di un tribunale; si potrebbe mettere un pannello di sfondo su cui è evidente la bilancia della giustizia.

I costumi di scena in questo contesto non sono la cosa che più risalta e preoccupa (cosa a cui i

ragazzi in una recita invece tengono molto).

A questo punto si passa alla registrazione, direttamente sul computer delle varie fasi del copione. Questo permette anche di non andare obbligatoriamente in ordine cronologico e di effettuare prove foniche per individuare il timbro più idoneo ad un determinato personaggio. Di più: è possibile che un ragazzo abbia una voce adatta ma un "phyisique du role" poco convincente ed ecco che la rotazione dei compiti e dei ragazzi è ancora più eterogenea: un po' come certe star del cinema che si fanno doppiare…

La fase foto - narrativa prevede che gli interpreti ascoltino le voci e diano un'espressione facciale idonea (qualche provino sarà indispensabile) e alcune pose potranno essere utilizzate in contesti differenti.

Tutto il materiale raccolto sarà preparato in modo sequenziale da un piccolo gruppo di alunni, mentre il resto della classe registrerà due/tre interventi musicali che serviranno per dare l'idea della fine di un atto e l'inizio di quello successivo, precedentemente studiati nelle ore di ed.musicale: "Là ci darem la mano" - Andante da Eine kleine…" - "Adagio dal Conc. Per clarinetto".

L'assemblaggio informatico sarà la parte che obbligatoriamente vedrà maggiore l'impegno diretto dell'insegnante, anche se il lavoro da fare sarà soprattutto di importare immagini e creare pagine in sequenza.

La variante al racconto potrebbe essere quella di escludere il sonoro e far comparire i dialoghi scritti, proprio come in un fotoromanzo e potrebbe essere più semplice da immettere sul sito della scuola.

Anche questo lavoro andrebbe masterizzato su CD rom.

La variante conclusiva, sia nella creazione del Cd rom che nel sito della scuola, potrebbe

essere quella di proporre due o tre finali della vicenda e (nel caso del sito) di chiedere al

visitatore che tipo di finale proporrebbe, con un senso più o meno logico.

Come andrebbe a finire?

 

 

© pagine a cura di Linda Giannini