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                  stragrande maggioranza delle persone, vive un particolare ed 
                  ambiguo rapporto con lo spazio: da una parte viene "bombardata" 
                  da immagini 3D sempre più sofisticate prodotte dal mondo dei 
                  videogiochi, dalla finzione televisiva o cinematografica, dal 
                  mondo patinato dell'editoria, dall'altra non è in grado di rappresentare 
                  un semplice solido in assonometria o in prospettiva. 
 D'altro canto, l'istituzione scolastica privilegia la rappresentazione 
                  tecnica degli oggetti - Metodo di Monge - che è destinata agli 
                  addetti ai lavori e necessita di un alto grado di astrazione 
                  per essere compresa pienamente.
 
 La conseguenza primaria di questo approccio porta a relegare 
                  la rappresentazione dello spazio nell'ambito bidimensionale 
                  delle Proiezioni ortogonali che peraltro viene riproposto acriticamente 
                  e per modelli standard del tutto insufficienti a soddisfare 
                  le pulsioni grafiche introdotte dalla realtà virtuale del mondo 
                  informatico.
 
 Per molti anni la scuola ha seguito percorsi didattici che hanno 
                  privilegiato la matematica e soprattutto l'algebra nei confronti 
                  della geometria relegando il legame profondo che soggiace tra 
                  "l'idea" geometrica e la misura dello spazio reale in un ambito 
                  assolutamente specialistico.
 
 Architetti, ingegneri, grafici, designer sembrano essere soli 
                  in grado di comprendere e dominare lo spazio che ci circonda.
 
 Anche il mondo artistico del XX secolo ha contribuito a svalutare 
                  la rappresentazione prospettica della realtà a causa delle connotazioni 
                  simbolico-culturali che in esse sono state riscontrate dagli 
                  studiosi.
 
 L'astrattismo ed in seguito le espressioni grafiche irrazionali 
                  che hanno privilegiato l'atto casuale hanno combattuto ferocemente 
                  l'impianto prospettico Rinascimentale, fino a limitarne fortemente 
                  il significato scientifico e culturale.
 
 La scuola ha risentito di questi fenomeni esterni che la società 
                  ha potentemente manifestato negli ultimi 50 anni ed ha prodotto 
                  cittadini assolutamente inconsapevoli delle proprie manifestazioni 
                  percettive; spesso l'unico contatto con la rappresentazione 
                  tridimensionale della realtà viene fatto dagli alunni alle scuole 
                  medie, per essere immediatamente abbandonato alle superiori.
 
 Non possiamo ignorare che la stessa Storia dell'Arte privilegia 
                  l'approfondimento filosofico-letterario a scapito della lettura 
                  completa dell'opera d'arte che necessariamente include la comprensione 
                  dello spazio rappresentato.
 
 In sostanza i cittadini del nostro paese non conoscono il linguaggio 
                  iconico nelle sue implicazioni sintattiche, semantiche, pragmatiche 
                  e quindi non possono utilizzarlo per leggere criticamente la 
                  realtà e la sua rappresentazione.
 
 A questo problema si aggiunge una ulteriore questione che non 
                  reputiamo "non secondaria": l'immagine del XX° secolo e soprattutto 
                  quella del XXI° secolo non è più un immagine statica.
 
 Il percorso di lettura orientato secondo i vincoli culturali 
                  della società occidentale - sinistra/destra, alto, basso, gerarchia 
                  simbolica e semantica - non è più l'unico elemento di progressione 
                  sequenziale da considerarsi relegato all'interno dell'immagine.
 
 L'immagine cinematografica ha introdotto una vera e propria 
                  sequenzialità dinamica "esterna" nel linguaggio iconico che 
                  in epoche storiche precedenti era considerata una caratteristica 
                  peculiare ed esclusiva del linguaggio verbale.
 
 L'aggettivo "sommativo" che i linguisti attribuivano all'immagine 
                  statica può essere abbandonato in favore di "costitutivo" al 
                  pari di un percetto verbale.
 
 Con la cinematografia è possibile progettare una serie di sequenze 
                  capaci di organizzarsi come forma logica dichiarativa.
 
 Il punto di partenza di questo viaggio nella rappresentazione 
                  dello spazio tridimensionale è dato dalla condivisione delle 
                  fondamentali nozioni di geometria proiettiva che sovrintendono 
                  i metodi di rappresentazione grafica.
 
 Saper riconoscere una Proiezione ortogonale da una assonometria 
                  o da una prospettiva è un presupposto basilare per la comprensione 
                  delle molteplici rappresentazioni del reale e quindi della conseguente
 rappresentazione artistica dello spazio.
 
 Mettere in discussione lo spazio prospettico Rinascimentale 
                  significa studiare e comprendere, oltre allo spazio cinquecentesco, 
                  l'interpretazione dello spazio medioevale e quello post-prospettico 
                  del XX° secolo - cubismo, astrattismo…ecc. - per giungere fino 
                  alle ambigue rappresentazioni di De Chirico e di Esher.
 
 L'analisi dello spazio potrà avvenire attraverso lo studio di 
                  quadri "tipici" del periodo artistico nel quale la lettura dinamica 
                  degli elementi può essere visualizzata attraverso gli strumenti 
                  interattivi tipici della multimedialità.
 
 Per essere concreti, se prendessimo in esame il famosissimo 
                  quadro S. Gerolamo nello studio di Antonello da Messina potremmo 
                  evidenziare la lettura dello spazio tipicamente prospettico 
                  attraverso una serie di percorsi che operano dalla superficie 
                  alla profondità, seguendo le indicazioni simboliche degli elementi 
                  costituenti il quadro che il pittore ha introdotto nell'intento 
                  di suscitare una molteplicità di livelli di lettura, in funzione 
                  di una serie di fruitori "standardizzati" caratteristici del 
                  proprio contesto sociale di riferimento.
 
 Un quadro di Picasso dovrà chiarire invece una serie di passaggi 
                  visivi paralleli che giustappongono punti di vista diversi di 
                  uno stesso oggetto in una composizione dinamica che anticipa 
                  la potenza espressiva della cinematografia.
 
 Per la nostra proposta tipo ci rivolgiamo a ragazzi e ragazze 
                  della FASCIA C: 12-14 anni - Scuola media
 
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