|  GRUPPO 
        ITALIANO 
 Inizia 
        la lettura degli articoli e pervengono in area piccole timide proposte. 
         In 
        realtà ciascuno di noi è attentissimo a non scoprirsi troppo, a non urtare 
        la suscettibilità dell'altro, a esaminare con attenzione le risposte. 
        Non abbiamo mai fatto un lavoro di questo tipo, abbiamo un po'  paura, 
        siamo anche disorientati e cerchiamo di capire quale possa essere la strada 
        migliore. I nostri tutor ci guardano e, anche se in modo discreto, intervengono 
        di tanto in tanto, complessivamente, però, ci lasciano molto liberi di 
        cercare e trovare la strada che ci è più congeniale. ALCUNI 
        INTERVENTI ESEMPLIFICATIVI 
         
          | Solo a titolo 
              di esempio , propongo in allegato un "punto di partenza" 
              e un modello tutto da inventare per il compito che ci attende. A 
              presto Giovanna |  
         
          | Cari Colleghi, vi invio alcune riflessioni 
              sull'articolo "  Aspetti comunicativi…….."., 
              cercando di focalizzare i punti fondamentali 1°)Bisogni di formazione 1) Nello schema seguito dagli 
              autori dall'analisi della nuova realtà si arriva ai nuovi bisogni 
              di comunicazione e quindi ai nuovi strumenti, potrebbe essere opportuno 
              riagganciare lo scritto di Kaye, inserendo soprattutto il progresso 
              tecnologico, che mi sembra determinante. Vi invio una bozza di un 
              possibile schema: serve anche a me per chiarirmi le idee e pertanto 
              vi invito espressamente a portare le correzioni che ritenete opportune, 
              rinviandolo; in particolare mi interessa la vostra opinione sulle 
              correlazioni e sul feedback. 2°)CMC tramite l'analisi della 
              esperienza Polaris -Comunicazione scritta: 
              lenta, vantaggio: il messaggio può essere riletto -Comunicazione telefonica: 
              tempestiva (sincrona) aggiungerei la 
              possibilità di ricevere messaggi dal tono, dalle inflessioni.  
                 -Nel 
              parlato-scritto: 
               .................................................   
              · la comunicazione diviene meta-comunicazione, spesso gli stati 
              d'animo vengono descritti, vengono spesso usati gli smiley per evitare 
              malintesi   · minore 
              rilassatezza 
               non mi trovo del tutto d'accordo con 
              questa affermazione, ritengo invece che il "non essere visti" 
              possa determinare l'effetto contrario, ricordiamoci di cosa fanno 
              i nostri allievi in chat.   3°)Fenomeni osservati 
              in Polaris   · .......................................... 
                Riguardo al primo punto , è necessario 
              a mio avviso introdurre un metodo di scrittura particolare . Il 
              tutor dovrebbe avere il compito di dare indicazioni anche su questo. 
                Trovo comunque sia una cosa difficile 
              da realizzare con allievi ancora in formazione o in alcune attività 
              di rieducazione degli adulti.   4°)Conclusioni 
                
              - Significato di comunicazione   
              - Importanza della comunicazioni a distanza   
              - Difficoltà dell'introduzione metodologica nel mondo della scuola 
                Sono pienamente d'accordo, non 
              proporrei tuttavia in astratto corsi di aggiornamento per i docenti. 
              I corsi esistono già, ma seguono la stessa metodologia contro la 
              quale stiamo discutendo, ritengo sia necessario avere formatori 
              "formati".   A presto e 
              un buon fine settimana per tutti    Laura  
               |  
         
          | Partendo dallo schema di Giovanna, tento di proseguire 
              da "La tecnologia dell’informazione – suo ruolo nei processi 
              di apprendimento" con il mio allegato L’articolo è corposo ma mi sembra 
              propedeutico agli altri. Ho scritto quelle che per me sono 
              i punti chiave (sono dati del testo, non mie riflessioni) in una 
              sequenza lineare perché è più facile fare eventuali modifiche da 
              Voi suggerite. Ho comunque utilizzato i diversi 
              stili e dimensioni di carattere per evidenziare la loro gerarchia. Spero sia comprensibile. Elisa |  
         
          | Ciao, ho 
              completato la tab., ma questa cosa degli schemi come sintesi mi 
              convince poco. Che 
              dite, non sara' forse il caso di qualche cosa di piu' discorsivo? A 
              presto, Linda |  
         
          | Carissimi, per quanto riguarda le letture 
              sono a buon punto (manca solo parte di "Aspetti comunicativi 
              della FaD"), cosi' come sono certa siate anche voi. Lungo il viaggio, oltre a leggere 
              un po', mettere qualche "nota a margine", ho anche buttato 
              giu' una sorta di web per cooperare tutti insieme alla costruzione 
              della sintesi; ma vorrei sentire il vostro parere rispetto a questa 
              iniziativa che ho preso senza consultarvi prima (perche' in viaggio). Ho "montato" - "pubblicato" 
              ieri pm la proposta in http://bscw.gmd.de/bscw/bscw.cgi/ cosi' che 
              l'idea puo' essere descritta in modo piu' chiaro di quanto non mi 
              riuscirebbe di fare con le parole.  Ho 
              pensato di utilizzare il sistema BSCW 
              perche' permette a tutti di montare, smontare, ordinare, stravolgere.... Questo 
              puo' far parte dei "pro". Per "contro" abbiamo 
              (nel caso vada bene questa proposta) al momento solo cinque possibilita' 
              di accesso. Attendo 
              vostre osservazioni e altre contro proposte, linda |  
         
          | Cara Linda, 
               ho ricaricato 
              nella BSCW l'immagine della città senza l'accento (il link nelle 
              pagine è fatto in questo modo).  Adesso compare 
              correttamente in sintesi e bisogni. Adesso ho riunione a scuola 
              e devo andare, terminerò più tardi. (A proposito i fiorellini sono 
              molto carini) Ciao 
              Laura   
             |  
         
          | Agostino scrive: Questo mi da la possibilità di fornirvi 
              dei consigli e dei suggerimenti. Il consiglio principale consiste 
              nel fare una bozza provvisoria della sintesi finale prima di arrivare 
              alla versione definitiva. E' in quel momento che ognuno proporrà 
              piccole modifiche, integrazioni, che qualcuno di voi potrà ricomporre 
              nella versione definitiva. Tutto questo rappresenta un po' l'anima 
              dell'attività collaborativa, un passaggio obbligatorio direi. 
              Una sintesi fatta da brani semplicemente "incollati" tra 
              di loro sarebbe infatti assai poco collaborativa, ma piuttosto "cooperativa" 
              secondo una distinzione tipica della letteratura americana sull'argomento. 
              Quindi collaborare significa senz'altro dare la possibilità a tutti 
              di intervenire tutti in modo convergente (nel caso della sintesi) 
              sul testo. Mi viene una domanda. Ma come si arriva alla bozza provvisoria 
              della sintesi finale?  Le proposte di modifica, integrazione 
              non possono avvenire anche nel corso dell'elaborazione della bozza 
              provvisoria? Non siamo in un'azione formativa?  Perchè escludere a priori che il momento 
              della collaborazione per apprendere non può avvenire anche 
              durante il percorso di costruzione della bozza? Ciao. Elisa |  
         
          | Mi aggancio 
              alla mappa di Laura mettendo in relazione i tre nodi: "bisogni 
              di comunicazione" - "apprendimento collaborativo" 
              e "CSCL" con l'ulteriore nodo concettuale (già emerso 
              nel precedente modulo) "Comunicare e collaborare non sono sinonimi". Poichè 
              vari componenti del gruppo hanno di fatto avanzato compiute (anche 
              se non ancora discusse) ipotesi di "sottosintesi", indico 
              anche quanto potrebbe essere esplicitato attorno a ciascun nodo. La 
              ragnatela si allarga. Giovanna |  Dopo 
        i primi interventi, il lavoro diventa più semplice, ci lasciamo andare, 
        si crea un clima di collaborazione. Cominciamo ad incontrarci spesso in 
        chat, ci telefoniamo a volte e si organizza anche un incontro in presenza. 
        Il clima ormai è quello di una classe "virtuale" diremmo perchè 
        in rete ma "reale" per il lavoro e l'atmosfera esistente. 
         
          | Venerdì 
            5 maggio 2000 19.48.04 Riflessioni sulla FiR
 Da: Linda Giannini
 Oggetto: Presentazione del materiale fine stage 3
 A: Riflessioni sulla FiR
 
 
 bello e’ vedere tutto uniformato 
            al colore nero sino a portare l’interazione del gruppo ad un tutt’uno. 
            Interessante e’ anche confrontare tutto con la prima parte inviata 
            da Laura in 1000_parole.zip (02/05/2000) e con gli altri documenti 
            pervenuti a seguire, dove si ritrovano le interazioni in colore che 
            in area pubblica si erano perse perche’ realizzate pezzo pezzo in 
            scambi in privata anche precedenti alla realizzazione dell’Area Lavoro 
            Corsisti.
 
 Ci piacerebbe credere che il gruppo sia riuscito 
            a dipingere insieme quella comune parte virtuale di cui si parla nel 
            documento (vedi capitolo sulle dinamiche relazionali)
 
 Carlo, Franco, Gabriella, Giovanna, Giuseppe, 
            Laura, Linda, Luisa e Luisanna
 hanno cercato di produrre al meglio quanto richiesto per il fine stage.
 area lavoro corsisti
 gruppo noname
 web noname
 
 Gli autori (ormai di un unico colore)
 Carlo, Franco, Gabriella, Giovanna, Giuseppe, Laura, Linda, Luisa 
            e Luisanna
 
 |  
         
          | Sabato 
            1 aprile 2000 18.49.00 Riflessioni sulla FiR
 Da: Alessandro Rivella
 Oggetto: Re: Per chiudere
 A: Riflessioni sulla FiR
 
 Laura Vivoli scrive:
 Il gruppo italiano invita direttore, tutor, esperti e colleghi del 
            gruppo inglese in BSCW: una lettera li attende: 1L a 2L con simpatia
 Favoloso! Ringrazio di cuore gli italiani gli 
            splendidi versi animati e per aver riconosciuto l'ardua fatica degli 
            inglesi (diciamocelo: la prosa di Mindeweave non è proprio acqua fresca, 
            per i non-professionisti...).
 L'ala creativa non ha nazione...
 
 ciao, sandro
 |  
         
          | domenica 2 aprile 2000 10.48.07Riflessioni sulla FiR
 Da: Luisa Grana
 Oggetto: Re: Per chiudere
 A: Riflessioni sulla FiR
 
 Grande simpatia , davvero, ispira il gruppo 
              italiano.
 ( a proposito : non ho incontrato alcuna difficoltà ad accedere 
              in BSCW ).
 Non solo per i versi che ha dedicato a ICARO , ma anche ( e soprattutto 
              , forse ) per la dinamica interna che lo ha guidato all'obiettivo.
 Infatti non starò qui ad elogiare un prodotto ( inutile, le lodi 
              lo hanno già sospinto verso la gloria , anche artistica ) , ma l'atmosfera 
              in cui è nato.
 A volte curiosando un po' nella vostra cartella di lavoro ho sentito 
              forte il desiderio di essere travolta dal fiume dei vostri messaggi.
 Non ultimo merito del gruppo italiano, quello 
              di attribuire al self-control
 ( conseguenza della lingua delle letture scelte ) la diversa dinamica 
              interna del gruppo inglese.
 Le mie riflessioni su tale dinamica non mi hanno portato ad una 
              conclusione ( non ancora, almeno ), se non al riconoscimento della 
              difficoltà ( la lingua inglese non ha contribuito affatto, credo 
              ): il nodo critico? La scelta di dividerci in sottogruppi di lavoro.
 Forse l'ipotesi di una modalità parallela ( nella fase iniziale 
              ) avrebbe potuto essere utile per semplificare le scelte e accelerare 
              i tempi: tale modalità avrebbe implicato che tutti, avendo letto 
              tutto il materiale, ne producessero la sintesi ( individuale ).
 La reciprocità e la modalità sequenziale ( da 
              adottare nelle fasi intermedia e finale ) implicano forse un livello 
              di condivisione maggiore, difficile da ottenere in prima battuta 
              in un gruppo di apprendimento nel quale la fase di accoglienza si 
              è svolta tutta a distanza!
 Scusate la lunghezza , e , ancora complimenti al gruppo italiano 
              !
 ciao Luisa
   
             |  Non 
        vogliamo nascondere, per concludere, l'esistenza di qualche piccolo problema. 
        Per qualche attimo il clima gioioso esistente in area ha corso forti rischi: 
        qualche incomprensione dovuta al parlato scritto, qualche divergenza nell'impostazione 
        metodologica, qualche difficoltà relazionale, ma a nostro avviso niente 
        di più di quanto non accada normalmente in presenza ed in ogni caso superabile. Riportiamo 
        i commenti dei nostri tutor alla fine dell'esperienza 
         
          | venerdì 31 marzo 2000 17.33.59 Riflessioni sulla FiR
 Da: Alessandro Rivella
 Oggetto: Lavoro collaborativo
 A: Riflessioni sulla FiR
 
 Fra le tante possibili ricadute del lavoro svolto 
            nelle due aree dedicate alla sintesi dei materiali proposti, cè quella 
            che riguarda l'organizzazione del lavoro collaborativo all'interno 
            dei due gruppi, da questo punto di vista molto diversi tra di loro.
 La sequenza temporale dei msg, delle proposte, delle opinioni personali 
            e degli accordi all'interno del gruppo è significativa al punto che 
            varrebbe quasi la pena di "fermare il corso" per trasformare gli osservati 
            in osservatori, utilizzanzo le due aree, con tutte le loro ricchezze, 
            attriti e differenze, come case study.
 Senza bisogno di intralciare le attività che stanno per iniziare, 
            riteniamo comunque utile e significativo provare a ragionare su come 
            si sono svolti i lavori all'interno dei due gruppi.
 
 Come chiave di lettura proponiamo una classificazione 
            adottata nel par.7.1 del libro "Insegnare e apprendere in rete" (Ed.Zanichelli) 
            di G.Trentin. Nel commentare il lavoro collaborativo Trentin, ispirandosi 
            a sua volta a Dapier e Sanger distingue tre strategie possibili (sintetizzando):
 Strategia parallela. Ogni componente del gruppo lavora in autonomia 
            su una parte specifica del prodotto complessivo.
 Strategia sequenziale. Ogni componente del gruppo, a turno, agisce 
            sul semilavorato apportandovi il proprio contributo.
 Strategia di reciprocità. I componenti del gruppo lavorano in regime 
            di forte interdipendenza su ognuna delle parti del prodotto complessivo.
 
 Volendo schematizzare al massimo (operazione sempre 
            pericolosa in presenza di un sistema complesso come il thread delle 
            due aree) e attendoci alla nomenclatura di cui sopra, come osservatori 
            esterni ci sentiamo di affermare che Gruppo-Italiano ha adottato una 
            strategia di tipo sequenziale (con alcuni momenti di reciprocità) 
            mentre il Gruppo-Inglese ha adottato una strategia parallela.
 
 All'interno di questo quadro trovano (forse) spiegazione le difficoltà 
            incontrate, rispettivamente, dai due gruppi:
 
 * nel Gruppo-Italiano la scelta dello strumento di lavoro da adottare 
            (BSCW) è stata una scelta di alcune persone rispetto alla totalità 
            del gruppo. Ci sono stati alcuni momenti di equlibrio instabile, in 
            cui il giocattolo ha rischiato di rompersi, ma la vostra (di tutti) 
            capacità di recuperare in positivo gli equivoci interni ha consentito 
            a tutto il gruppo di sintonizzarsi in modo positivo e propositivo 
            sulla scelta iniziale. Dal punto di vista dei tutor (i due sottoscritti) 
            si è trattato di una situazione "rischiosa": viene proposto uno strumento 
            nuovo, sicuramente adatto ma potenzialmente "escludente" per qualcuno. 
            Che fare? Dopo averci pensato abbiamo deciso di lasciar proseguire 
            ed è andata bene; ma la qualità delle persone partecipanti al Gruppo-Italiano 
            non può essere trascurata, soprattutto ragionando su una situazione 
            analoga in un gruppo diverso di persone.
 
 * nel Gruppo-Inglese c'è stata una doppia difficoltà. 
            Dapprima la suddivisione del gruppo in tre ulteriori sottogruppi ha 
            ridotto le dimensioni dei medesimi forse al di sotto della soglia 
            minima: la collaborazione a due è un must del lavoro in rete, ma richiede 
            un accordo e una sincronizzazione difficili da trovare con persone 
            con cui si collabora "forzatamente". In secondo luogo, l'indeterminatezza 
            sul fatto che "tutti avessere letto tutto" ha rallentato il processo 
            di assemblaggio. Anche qui, la situazione è stata brillantemente risolta 
            grazie alle capacità dei singoli (con una nota di merito i contatti 
            in chat, davvero risolutivi in questa fase delicata), ma anche qui 
            la situazione va ripensata in una prospettiva futura di tutoraggio 
            di gruppi meno motivati. I rischi ci sono, eccome (se una sola coppia 
            non avesse letto o sintetizzato, il lavoro finale non sarebbe risultato 
            completo; il fatto che qualcuno abbia prodotto due sintesi invece 
            dell'una richiesta va a tutti gli effetti considerato come un'anomalia 
            per la generalità di un corso on-line).
 
 Si tratta chiaramente di impressioni e giudizi nostri, nella qualità 
            di osservatori esterni, da usare in modo "libero" e senza particolari 
            urgenze.
 Naturalmente quest'area può ospitare vostre opinioni in proposito, 
            ma vorremmo volutamente evitare di forzare (nei tempi e nei vincoli) 
            una discussione su un'attività così ricca di implicazioni e spunti. 
            Oltretutto senza dimenticare che il corso procederà, da lunedì in 
            poi, lungo il suo percorso "canonico".
 Per chi, volontariamente, volesse esprimersi, 
            potrebbe essere interessante conoscere la vs opinione in generale 
            e in particolare sulle due difficoltà sopra evidenziate: sono reali 
            o frutto di una nostra interpretazione? E, in caso affermativo, in 
            quale misura hanno influito sullo sviluppo successivo dei lavori (o 
            detto in modo più brutale: a prescindere dalla vostra personale disposizione 
            rispetto all'andamento dei lavori, c'è qualche punto critico in cui, 
            tornando indietro, cambiereste il percorso)?
 Al di là del "giudizio sul lavoro svolto" e dei "pianti sul latte 
            versato" ci sembrano questioni rilevanti soprattutto in proiezione 
            futura (vostra): conoscere e analizzare i meccanismi del lavoro collaborativo 
            (errori compresi) è certo condizione necessaria (ma non sufficiente?) 
            per tutorare l'altrui lavoro collaborativo.
 
 Buoni (e rilassati) pareri e riflessioni collaborativie.
 
 ciao, agostino e sandro
 |  
         
          | sabato 
              1 aprile 2000 15.50.58  Riflessioni 
              sulla FiR  Da: 
              Laura Vivoli Oggetto:  Re: 
              Lavoro collaborativo  A: 
              Riflessioni sulla FiR  Cari 
              colleghi,  vi 
              invio le mie prime riflessioni sull'esperienza appena vissuta. Premetto 
              che non sono esaustive, ma vogliono essere soltanto le prime tracce 
              su cui continuare la mia stessa riflessione, analogamente le domande 
              che trovere inserite sono fatte prima a me stessa e poi a tutti 
              voi.  1) 
              Strategie utilizzate  Quale 
              strategia abbiamo utilizzato?  Personalmente, 
              per forma mentis, per metodologia generale di lavoro, forse anche 
              per deformazione professionale, preferisco individuare i concetti 
              chiave e poi approfondirli. Questo punto di partenza si presta molto 
              per le strategie sequenziali ed anche di reciprocità.  Domanda: 
               Le 
              strategie sequenziali e di reciprocità sono condizioni necessarie 
              per un lavoro effettivamente collaborativo? Riflessione: Gli 
              interventi sui miei scritti con le relative opportune modifiche 
              mi hanno molto arricchita (e ne ringrazio i colleghi). Riflessione: 
              La strategia sequenziale porta ad una effettiva costruzione della 
              conoscenza. Riflessione: Avere contestato un proprio lavoro può 
              suscitare reazioni negative, ma chi "collabora", deve sapere ascoltare. 
              Pericolo: Le reazioni negative possono ugualmente presentarsi se 
              c'è incomprensione dovuta al mezzo di comunicazione utilizzato. 
              Informazione aggiuntiva: Il Gruppo Italiano ha collaborato moltissimo 
              anche in chat e in e-mail private (non risulta agli osservatori 
              esterni). Questo ha aiutato molto a fugare alcune incomprensioni. 
               Riflessione: 
              Aiutarsi con chat e e-mail personali nei casi di forte pericolo 
              Pericolo: Diverse esperienze pregresse, diverse metodologie di lavoro 
              possono impedire ai corsisti di trovare un accordo sul lavoro. Anche 
              qui entrano in gioco le personalità. E' importante sapere accettare 
              gli altri, essere consapevoli del fatto che si può apprendere da 
              tutti, anche da chi sembra molto lontano dalla nostra cultura o 
              mentalità o formazione o metodologia di lavoro. Domanda: Se in un 
              gruppo si trovasse una persona che, non disposta all'ascolto degli 
              altri, restasse ferma nelle sue posizioni, cosa fare? Già in presenza 
              la situazione sarebbe insostenibile, e a distanza? Un gruppo che 
              ha deciso di intraprendere una collaborazione a distanza probabilmente 
              ha al suo interno persone che possono in qualche modo risolvere 
              o alleggerire la situazione, altrimenti è un gruppo non adatto per 
              questa attività  
              Domanda: Viene spontaneo chiedersi a questo punto, bisognerà selezionare 
              le persone che dovranno collaborare o formarle prima?  Riflessione: 
              Al di là del momento in cui "il giocattolo ha rischiato di rompersi", 
              tra diversi elementi del gruppo si è creato un forte affiatamento 
              e quasi mi permetterei di dire "amicizia". (Es. la scherzosa poesia 
              è stata pensata, elaborata, corretta, rivista, messa su BSCW nell'arco 
              di due ore con strategia di reciprocità ). E' merito delle strategie 
              scelte? Scelta di BSCW: Non mi sembra un errore, ha dato a tutti 
              la possibilità di fare una interessante esperienza.  Errore: 
              Bisognava subito rassicurare le persone che avevano difficoltà e 
              inviare subito tutto il materiale in FC. Le stesse persone si sarebbero 
              accostate a BSCW gradualmente e senza alcuna ansia. Cambiamenti: 
              Nessuno a parte la correzione dell'errore. Riflessione: Se in un 
              gruppo qualcuno può portare avanti gli altri, non scoraggiandoli, 
              perché "appiattirsi" sul livello più basso, come purtroppo spesso 
              siamo costretti a fare a scuola con i nostri alunni? E se così si 
              perdesse quel "qualcuno"? E' giusto sacrificarlo? Potrei continuare……., 
              perché l'esperienza è stata ricca e molto interessante, come dicono 
              Agostino e Sandro, ma preferisco fermarmi qui. Ci vorranno già diversi 
              mesi per rispondere a tutte le domande. Ciao a Tutti, Laura     |  
         
          | lunedì 3 aprile 2000 19.52.48  Riflessioni sulla FiR  Da: Linda Giannini  Oggetto: L1 ed L2 A: Riflessioni sulla FiR 
               Ciao,  Provo a riportare in area alcune considerazioni rispetto 
              agli stimoli ricevuti grazie al msg di Sandro ed Agostino: Fra le 
              tante possibili ricadute del lavoro svolto nelle due aree dedicate 
              alla sintesi dei materiali proposti, c'è quella che riguarda l'organizzazione 
              del lavoro collaborativo all'interno dei due gruppi, da questo punto 
              di vista molto diversi tra di loro. Ipotesi: I due gruppi hanno 
              avuto organizzazione diversa perché: Richiedevano impegni diversi 
              (traduzione e non); Avevano partecipanti con personalità diverse 
              (non è una grande scoperta) Avevano o meno partecipanti che avevano 
              già "lavorato" insieme e/o si conoscevano; Avevano partecipanti 
              con tempi a disposizione diversi; …  Volendo schematizzare al massimo (operazione sempre 
              pericolosa in presenza di un sistema complesso come il thread delle 
              due aree) e attendoci alla nomenclatura di cui sopra, come osservatori 
              esterni ci sentiamo di affermare che Gruppo-Italiano ha adottato 
              una strategia di tipo sequenziale (con alcuni momenti di reciprocità) 
              mentre il Gruppo-Inglese ha adottato una strategia parallela. Ok, 
              ma ho intravisto anche una strategia in inter-gruppi: di fatto L1 
              seguiva (come da cronologia dei msg delle due aree) quanto avveniva 
              in L2 e viceversa. Le due sintesi finali hanno presentazioni (forma, 
              struttura, organizzazione dei materiali) analoghe (contenuti ovviamente 
              diversi). Dunque L1 ed L2 hanno adottato tra loro, a mio parere, 
              strategie sequenziale e reciproca (dove la reciproca ha prevalso 
              sulla sequenziale), calibrando di volta in volta l'una e l'altra. 
             Ad un certo punto l'L1 ha anche rischiato di condizionare 
              l'L2 (ma e' solo una mia impressione). Adina scrive (24/03): Il 
              sottogruppo di 3 non ha finora funzionato per mancanza di interlocutori. 
              Non è una faccenda di BSCW! Questo fa pensare che il gruppo L2 (o 
              parte di questo) si sia interrogato sulla opportunita' o meno di 
              cambiare sistema di cooperazione. E Carlo risponde: Credo che abbiamo 
              semplicemente usato due forme diverse per entrare nel vivo di un 
              lavoro-apprendimento co-coperativo. Prima abbiamo letto ognuno per 
              proprio conto i materiali; ora stiamo mettendo/metteremo qui i sunti... 
              e poi si avviera' tutto il resto del percorso….  A nostro parere (di Carlo e mio) e' stato importante 
              che i due gruppi tenessero ben separati i sistemi di lavoro: in 
              questo modo si poteva avere (ammesso che il dato fosse importante) 
              una osservazione rispetto ad un gruppo "alternativo" (non mi viene 
              in mente un altro termine piu' appropriato) ed uno "di controllo". 
             Perché la proposta di operare anche in BSCW:  Il presupposto (IPOTESI 01): ICARO 2000 aveva previsto 
              da parte dei corsisti una "esercitazione" - "familiarizzazione" 
              in BSCW;  Il presupposto (IPOTESI 02): In BSCW poteva entrare 
              solo in corsista alla volta, dunque poteva integrare, tagliare, 
              giocare in tutti i modi possibili… con un unico materiale. A seguire 
              un altro corsista… poi un altro e cosi' via. Avviso in FC e/o in 
              privata delle modifiche apportate, riconoscibili anche attraverso 
              l'uso di diversi colori.  Dunque un luogo unico di lavoro per 6+2 corsisti 
              (2 = Giampiero e Walter).  CORSISTA 1  CORSISTA 2  CORSISTA 3  Nella comunicazione asincrona è infatti assai più 
              difficile distinguere aspetti principali dai secondari in un messaggio 
              molto elaborato, a causa dell'assenza dei fattori di intonazione 
              del parlato. Una strategia per evitare il problema potrebbe essere 
              quella di inserire all'interno dei messaggi domande che spostino 
              l'attenzione sui passaggi più significativi del discorso.  In FC, invece, si poteva procedere o per una divisione 
              di compiti come nel caso del gruppo L2 oppure con 6+2 luoghi di 
              "lavoro" tanti quanti i PC dei partecipanti… con conseguente difficoltà 
              di mettere a confronto gli interventi di ciascuno su uno stesso 
              file Esempio di TESTO DI PARTENZA: Nella comunicazione 
              asincrona è assai più difficile distinguere aspetti principali dai 
              secondari in un messaggio molto elaborato, a causa dell'assenza 
              dei fattori di intonazione del parlato.  CORSISTA 1 Nella comunicazione asincrona infatti 
              è assai più difficile distinguere aspetti principali dai secondari 
              in un messaggio molto elaborato, a causa dell'assenza dei fattori 
              di intonazione del parlato.  CORSISTA 2 Nella comunicazione asincrona è assai 
              più difficile distinguere aspetti principali dai secondari in un 
              messaggio molto elaborato, a causa dell'assenza dei fattori di intonazione 
              del parlato  CORSISTA 3 Nella comunicazione asincrona è assai 
              difficile distinguere aspetti principali dai secondari in un messaggio 
              molto elaborato, a causa dell'assenza dei fattori di intonazione 
              del parlato. Una strategia per evitare il problema potrebbe essere 
              quella di inserire all'interno dei messaggi domande che spostino 
              l'attenzione sui passaggi più significativi del discorso.  Ecc..  Ipotesi: A questo punto tutti stanno autonomamente 
              agendo sullo stesso testo… ognuno aggiunge o toglie o modifica… 
              Per arrivare ad un testo unico la strada e' un po' piu' lunga; richiede 
              chiari accordi… E come ridiscutere una soluzione definitiva che 
              va bene per tutti? Entro tempi brevi, intendo. In ogni caso, come 
              dimostrato dal gruppo L2, alla sintesi ci si giunge lo stesso :)) 
             Il presupposto (IPOTESI 03): Al contrario di quanto 
              sembri, lavorare in BSCW prevede operazioni molto semplice. Si acquisisce 
              sul proprio PC (Salva con nome) un file sul quale il gruppo sta 
              lavorando; si apportano le modifiche e si inserisce subito il file 
              cambiato (Crea Doc oppure Sostituire)…  Linda       |  |